Master in
“TERRORISMO E
ANTITERRORISMO INTERNAZIONALE”
Terrorismo. i campi di concentramento in Cina
ANNO ACCADEMICO 2023/2024
(dalla tesi presente si estrae il paragrafo dedicato a Global Terrorism Index)
Global Terrorism Index
Terrorism Tracker
fornisce registrazioni di eventi relativi ad attacchi terroristici dal primo
gennaio 2007. L’insieme di dati contiene quasi 66.000 episodi terroristici per
il periodo dal 2007 al 2022.
Nello stesso
rapporto, si evince che i gruppi terroristici più letali al mondo nel 2022
siano stati lo Stato Islamico e gli affiliati, il BLA (Balochistan Liberation
Army) e il Jamaat Nusrat Al-Islam wal Muslimeen (JNIM); l’ISIS è rimasto il
gruppo terroristico più sanguinoso a livello globale per l'ottavo anno
consecutivo, registrando il maggior numero di attacchi e morti di qualsiasi
gruppo nel 2022: ben diciotto paesi hanno registrato un numero di morti per
terrorismo causato dall’Isis nel 2022, un leggero calo rispetto a 20 paesi
dell’anno precedente.
Lo studio dimostra
che la mortalità degli attacchi terroristici nel 2022 sia aumentata, con il
numero di vittime per attacco aumentato ad 1,7 in media rispetto all’1,3 del
2021, anche se il numero di paesi che hanno registrato decessi aumenta e
diminuisce, infatti in alcuni paesi le morti per terrorismo sono rimaste
costanti, in altri paesi come in Niger, Myanmar e Iraq è stato registrato un
aumento.
La maggior parte
delle morti sono state causate da conflitti e attacchi violenti.
Il maggiore
aumento delle morti per terrorismo (8% in più rispetto al 2021) è stato
registrato nell’Africa sub-sahariana: il 60% delle morti per terrorismo si sono
verificate in questi territori, rendendo quindi questa regione l’epicentro del
terrorismo, in particolare nel Burkina Faso e Mali, con i decessi in Burkina
Faso aumentati del 50% a 1.135 e in Mali del 56% a 944.
La maggior parte
delle attività terroristiche avviene lungo i confini dove il controllo
governativo è più debole; i fattori scatenanti sono lo scarso utilizzo
dell’acqua, la mancanza di cibo, la polarizzazione etnica, la forte crescita
della popolazione, gli interventi esterni, la competizione geopolitica, il
conflitto pastorale, la crescita dell’ideologia transnazionale
salafita-islamica e i governi deboli.
L’Asia meridionale
rimane la regione con il peggiore punteggio GTI nel 2022.
La regione ha
registrato 1.354 morti per terrorismo nel 2022, una diminuzione del 30%
rispetto all’anno precedente.
In Occidente,
invece, il numero di attacchi continua a diminuire e nel 2022 sono stati
registrati quaranta attacchi, un calo del 27% rispetto ai 55 attacchi del 2021.
Nonostante che gli attacchi siano diminuiti, il numero di morti è invece
raddoppiato, sono infatti passati da nove decessi nel 2021 a 19 nel 2022.
In Europa, gli
estremisti islamici hanno compiuto due attacchi nel 2022. Gli attacchi negli
Stati Uniti sono rimasti bassi, con solo otto attacchi registrati nel 2022.
Nessuno è stato attribuito a nessun gruppo terroristico noto.
Il Regno Unito ha
registrato solo quattro attacchi e nessun decesso quest’anno, il primo anno dal
2014 in cui non si sono registrati decessi, la Germania ha registrato il numero
più basso di attacchi dal 2015.
Il terrorismo di
matrice ideologica continua ad essere la tipologia di terrorismo più comune in
Occidente.
Secondo il GTI del
2023, la Cina ha registrato il miglioramento maggiore nella regione asiatica rispetto
al 2022, seguita poi da Australia e Nuova Zelanda. La Cina non ha registrato un
solo attacco terroristico o morte causata da un attacco in ben cinque anni.
Oltre alla Cina, anche Cambogia, Laos, Singapore, Mongolia, Corea del Nord,
Papua Nuova Guinea, Corea del Sud, Taiwan e Timor Est non hanno registrato un
incidente terroristico dal 2017 e hanno un punteggio pari a zero.
La Cina si trova
al 93esimo posto nel GTI Rank.
E’ necessario
sottolineare una prerogativa dei dati raccolti ed analizzati nello studio del
Global Terrorist Index, ossia che questo non include gli atti di repressione
statale e di violenza da parte di attori statali, bensì soltanto gli attacchi
commessi da attori non statali, perciò tutto il terrore praticato dai governi
nei confronti dei propri cittadini, come quello che avviene tra lo Stato cinese
e la sua popolazione (in particolare quella dello Xinjiang), non può essere
indicato nel GTI.
In queste Nazioni
poiché lo Stato agisce in qualità di autorità, di conseguenza, il loro punteggio
sarà pari a zero e questi atti di terrore e repressione verso la popolazione
non saranno visti come atti di terrorismo e non saranno inseriti nel GTI.
Questa esclusione
nella definizione non intende ignorare la gravità o la prevalenza di qualsiasi
atto di terrorismo di stato, infatti tali atti rappresentano minacce
significative per la pace e, come tali, ne viene tenuta traccia nel attraverso
la scala del terrorismo politico contenuta nel Global Peace Index (GPI).
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