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Metodo di ricerca ed analisi adottato

Il medoto di ricerca ed analisi adottato è riportato su
www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com
Vds. post in data 30 dicembre 2009 seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al medesimo blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

Ricerche e Tesi di Laurea e di Dottorato

L'utilizzo dei dati di questo blog può essere più proficuo tenendo presente il volume di M. Coltrinari, L. Coltrinari, La Ricostruzione e lo studio di un avvenimento militare, Roma, edizione nuovacultura, 2009, nelle parti:
Capitolo II, b. La tecnica procedurale
Capitolo IV, a. La documetazione a Corredo
Alegato. Schema per una tesi di Laurea o di dottorato
a. L'attività concettuale
b. L'attività gestionale
c. L'attività esecutiva
(ulteriori informazioni scrivere alla email ricerca23@libero.it, )
Il volume è disponibile in tutte lelibrerie e presso la Casa Editrice, Nuova Cultura, al sito www.nuovacultura.it

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domenica 10 novembre 2024

Tesi di Laurea Elda Franchi Terrorismo I Campi di concentramento in Cina. Global Terrorism Index

Master in

 “TERRORISMO E ANTITERRORISMO INTERNAZIONALE”

Terrorismo. i campi di concentramento in Cina                         


ANNO ACCADEMICO 2023/2024


(dalla tesi presente si estrae il paragrafo dedicato a Global Terrorism Index)

Global Terrorism Index

 Ad oggi il terrorismo è tutt’altro che scomparso, è al contrario più evasivo, infatti, secondo uno studio condotto dal Global Terrorism Index (GTI), prodotto dall’Institute for Economics and Peace (IEP) utilizzando i dati di TerrorismTracker e altre fonti, con un report che raccoglie le principali tendenze del terrorismo al fine di costruire un quadro generale dell’impatto di questo fenomeno nel corso di un periodo di 10 anni, il numero delle vittime del terrorismo è aumentato passando da 3361 nel 2000 a 32658 nel 2014, e cresciuto di un ulteriore 22% arrivando a 8352 vittime nel 2023 raggiungendo quindi il numero più alto dal 2017.

Terrorism Tracker fornisce registrazioni di eventi relativi ad attacchi terroristici dal primo gennaio 2007. L’insieme di dati contiene quasi 66.000 episodi terroristici per il periodo dal 2007 al 2022.

 Il GTI del 2023 espone che nel 2022, le morti per terrorismo sono diminuite del 9% arrivando a 6.701 morti e sono ora inferiori del 38% rispetto al picco del 2015. Il calo delle morti si è rispecchiato in una riduzione del numero di episodi terroristici, con gli attacchi in calo di quasi il 28% da 5.463 nel 2021 a 3.955 nel 2022. Tuttavia, se l’Afghanistan fosse rimosso nell’indice, le morti per terrorismo sarebbero aumentate del 4%. Questo paese rimane il paese più colpito dal terrorismo per il quarto anno consecutivo, nonostante che il numero di vittime sia sceso dal 75% al 58%.

Nello stesso rapporto, si evince che i gruppi terroristici più letali al mondo nel 2022 siano stati lo Stato Islamico e gli affiliati, il BLA (Balochistan Liberation Army) e il Jamaat Nusrat Al-Islam wal Muslimeen (JNIM); l’ISIS è rimasto il gruppo terroristico più sanguinoso a livello globale per l'ottavo anno consecutivo, registrando il maggior numero di attacchi e morti di qualsiasi gruppo nel 2022: ben diciotto paesi hanno registrato un numero di morti per terrorismo causato dall’Isis nel 2022, un leggero calo rispetto a 20 paesi dell’anno precedente.

 I miglioramenti degli ultimi tre anni, dopo il calo degli attacchi terroristici avvenuto tra il 2025 e il 2019, si sono stabilizzati: il numero di paesi che hanno registrato decessi è rimasto quasi costante variando da 43 nel 2020 a 42 nel 2022, in calo rispetto al picco di 56 paesi nel 2015.

Lo studio dimostra che la mortalità degli attacchi terroristici nel 2022 sia aumentata, con il numero di vittime per attacco aumentato ad 1,7 in media rispetto all’1,3 del 2021, anche se il numero di paesi che hanno registrato decessi aumenta e diminuisce, infatti in alcuni paesi le morti per terrorismo sono rimaste costanti, in altri paesi come in Niger, Myanmar e Iraq è stato registrato un aumento.

La maggior parte delle morti sono state causate da conflitti e attacchi violenti.

Il maggiore aumento delle morti per terrorismo (8% in più rispetto al 2021) è stato registrato nell’Africa sub-sahariana: il 60% delle morti per terrorismo si sono verificate in questi territori, rendendo quindi questa regione l’epicentro del terrorismo, in particolare nel Burkina Faso e Mali, con i decessi in Burkina Faso aumentati del 50% a 1.135 e in Mali del 56% a 944.

La maggior parte delle attività terroristiche avviene lungo i confini dove il controllo governativo è più debole; i fattori scatenanti sono lo scarso utilizzo dell’acqua, la mancanza di cibo, la polarizzazione etnica, la forte crescita della popolazione, gli interventi esterni, la competizione geopolitica, il conflitto pastorale, la crescita dell’ideologia transnazionale salafita-islamica e i governi deboli.

 Il Nord America ha registrato il maggiore miglioramento nel punteggio, mentre l’Africa sub-sahariana ha registrato il peggioramento maggiore.

L’Asia meridionale rimane la regione con il peggiore punteggio GTI nel 2022.

La regione ha registrato 1.354 morti per terrorismo nel 2022, una diminuzione del 30% rispetto all’anno precedente.

In Occidente, invece, il numero di attacchi continua a diminuire e nel 2022 sono stati registrati quaranta attacchi, un calo del 27% rispetto ai 55 attacchi del 2021. Nonostante che gli attacchi siano diminuiti, il numero di morti è invece raddoppiato, sono infatti passati da nove decessi nel 2021 a 19 nel 2022.

In Europa, gli estremisti islamici hanno compiuto due attacchi nel 2022. Gli attacchi negli Stati Uniti sono rimasti bassi, con solo otto attacchi registrati nel 2022. Nessuno è stato attribuito a nessun gruppo terroristico noto.

Il Regno Unito ha registrato solo quattro attacchi e nessun decesso quest’anno, il primo anno dal 2014 in cui non si sono registrati decessi, la Germania ha registrato il numero più basso di attacchi dal 2015.

Il terrorismo di matrice ideologica continua ad essere la tipologia di terrorismo più comune in Occidente.

 

Secondo il GTI del 2023, la Cina ha registrato il miglioramento maggiore nella regione asiatica rispetto al 2022, seguita poi da Australia e Nuova Zelanda. La Cina non ha registrato un solo attacco terroristico o morte causata da un attacco in ben cinque anni. Oltre alla Cina, anche Cambogia, Laos, Singapore, Mongolia, Corea del Nord, Papua Nuova Guinea, Corea del Sud, Taiwan e Timor Est non hanno registrato un incidente terroristico dal 2017 e hanno un punteggio pari a zero.

La Cina si trova al 93esimo posto nel GTI Rank.

 

E’ necessario sottolineare una prerogativa dei dati raccolti ed analizzati nello studio del Global Terrorist Index, ossia che questo non include gli atti di repressione statale e di violenza da parte di attori statali, bensì soltanto gli attacchi commessi da attori non statali, perciò tutto il terrore praticato dai governi nei confronti dei propri cittadini, come quello che avviene tra lo Stato cinese e la sua popolazione (in particolare quella dello Xinjiang), non può essere indicato nel GTI.

In queste Nazioni poiché lo Stato agisce in qualità di autorità, di conseguenza, il loro punteggio sarà pari a zero e questi atti di terrore e repressione verso la popolazione non saranno visti come atti di terrorismo e non saranno inseriti nel GTI.

Questa esclusione nella definizione non intende ignorare la gravità o la prevalenza di qualsiasi atto di terrorismo di stato, infatti tali atti rappresentano minacce significative per la pace e, come tali, ne viene tenuta traccia nel attraverso la scala del terrorismo politico contenuta nel Global Peace Index (GPI).

 





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