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Metodo di ricerca ed analisi adottato

Il medoto di ricerca ed analisi adottato è riportato su
www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com
Vds. post in data 30 dicembre 2009 seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al medesimo blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

Ricerche e Tesi di Laurea e di Dottorato

L'utilizzo dei dati di questo blog può essere più proficuo tenendo presente il volume di M. Coltrinari, L. Coltrinari, La Ricostruzione e lo studio di un avvenimento militare, Roma, edizione nuovacultura, 2009, nelle parti:
Capitolo II, b. La tecnica procedurale
Capitolo IV, a. La documetazione a Corredo
Alegato. Schema per una tesi di Laurea o di dottorato
a. L'attività concettuale
b. L'attività gestionale
c. L'attività esecutiva
(ulteriori informazioni scrivere alla email ricerca23@libero.it, )
Il volume è disponibile in tutte lelibrerie e presso la Casa Editrice, Nuova Cultura, al sito www.nuovacultura.it

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mercoledì 27 marzo 2024

Sistema di informazioni per la Sicurezza della Repubblica Nota Oceania

 

La Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza della Repubblica, che ogni anno entro il 28 febbraio, deve essere presentata al Parlamento e quindi ai cittadini italiani  riflette diversificata gamma alla sicurezza nazionale, che dalla prospettiva dell’intelligence, sono state alla prioritaria attenzione nel corso del 2023. La Relazione poi evidenzia le principali direttive di intervento lungo le quali gli Organismi informativi  hanno operato a tutela degli interesse nazionali in aderenza ai principi costituzionali.

Nella Relazione  si da spazio alla situazione dell'indo-pacifico ed indirettamente emergono gli interessi italiani in questa area che, per tradizione, sono molto poco presenti. Una gmma di informazioni infografiche in maniera indiretta  da spunti interessanti in questa prospettiva.

La Relazione è disponibile sui siti governativi e può essere chiesta alla Emeroteca del CESVAM alla email: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

mercoledì 20 marzo 2024

Oceania Le Lingue che si parlano

 Secondo Wikipedia 30 sono le lingue che si parlano in Oceania con il carattere della ufficialità

inglese,

 francese,

 figiano,

 hindi figiano,

 pijin

bislama,

 lingue canache

tok pisin,

 hiri motu,

 gilbertese,

 tongano

chamorro,

 tahitiano,

 marshallese

kwara'ae

māori

palauano

tuvaluano,

 nauruano

domenica 10 marzo 2024

Evoluzione geopolitica dell'Indo-Pacifico: nuove tensioni internazionali

 

Antonio Trogu

 

Indo-Pacifico è un termine politico, non geografico e si riferisce alla regione marina comprendente le parti tropicale e subtropicale degli Oceani Indiano e Pacifico dove gli Stati che vi si affacciano hanno in comune interessi economici, politici e strategici.

Il suo perimetro muta in funzione degli obiettivi strategici: per gli USA l’area si estende dalle Hawaii all’India mentre per il Giappone giunge a toccare le coste orientali africane. I due principali  aspetti che caratterizzano il crescente interesse per questa area riguardano il tasso positivo di crescita economica degli Stati regionali e l’ascesa della Cina come potenza regionale.

Dal punto della stabilità internazionale il Mar Cinese Meridionale presenta gli aspetti più interessanti e problematici. Il Mar Cinese Meridionale è uno specchio d’acqua che mette in collegamento l’Oceano Indiano e il Pacifico attraverso cui passa un’importante fetta dei traffici commerciali globali. Esso in particolare si collega all’Oceano Indiano attraverso tre “strozzature” rappresentate dagli stretti di Malacca[1], Sonda[2] e Lombok[3] e al Pacifico tramite lo Stretto di Luzon, posto tra Taiwan e l’arcipelago delle Filippine.  Tra i due oceani esistono quindi questi  passaggi obbligati che diventano fondamentali proprio per via dell’importanza raggiunta dai volumi di traffico commerciale che li attraversano. Inoltre i tre stretti non hanno solo valore dal punto di vista commerciale, ma hanno una profonda importanza strategica. La Cina dipende fortemente dallo stretto per il trasporto di energia che cresce notevolmente di anno in anno. Il petrolio proveniente da Golfo Persico e Africa transita verso la Cina attraverso gli stretti di Malacca e Lombok.

L’arcipelago filippino è bagnato nella sua parte occidentale dal Mar Cinese Meridionale e Manila, come Pechino, rivendica la sovranità sulla Zona di Esclusività Economica di quel mare, che invece la Cina non ammette considerando quel bacino interamente sotto sovranità nazionale.

Quello specchio d’acqua conteso, quindi, vede il confronto tra la Cina,  che ne rivendica il possesso nella sua interezza, e gli altri Stati rivieraschi coinvolgendo un sistema di alleanze e partenariati che ampliano il raggio di azione della tensione tenendo anche conto di altri aspetti quali le relazioni interne al QUAD (Quadrilateral Security Dialogue composto da Stati Uniti, Giappone, India e Australia), le frizioni legate all’AUKUS, la politica di contenimento nell’area della Cina e i contrasti nello stretto di Taiwan.

 In Asia, la Cina prosegue la sua penetrazione in diverse sub regioni dello scacchiere la cui evoluzione più recente riguarda le relazioni che ha con le Isole Salomone, quale punta avanzata della sua penetrazione di Pechino nel Sud Pacifico, grazie a un patto di sicurezza bilaterale firmato ad aprile del 2022, un accordo dal contenuto abbastanza ambiguo da spianare la strada allo stabilimento di una base cinese nell’arcipelago.

Questo accordo è destinato ad aumentare le tensioni nel più ampio Indo-Pacifico, le Isole Salomone e la regione indo-pacifica dovranno affrontare le vaste conseguenze di quest’ultimo sviluppo con implicazioni di vasta portata. L’importanza delle Salomone è data dalla sua posizione geografica, incuneate alla perfezione tra arcipelago indonesiano, Oceania bianca e Triangolo polinesiano, le Salomone sono un trampolino di lancio verso tre diverse direzioni.

Vi sono così due aspetti che si intrecciano ovvero la maggiore contesa geopolitica tra la Cina da una parte, contro USA, Australia, Francia, Taiwan e altri alleati (quali Giappone, Corea del Sud, e in misure e percezioni differenti, India e Nuova Zelanda) e tensioni interne di vecchia data e sempre più precarie. Queste tensioni, di tipo economico, sociale ed etnico, sono spesso sfociate in conflitti nel corso dei 44 anni da quando le Isole Salomone hanno ottenuto l'indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1978. Un decennio di tensioni tra gli abitanti delle isole e il governo centrale e tra le isole medesime è sfociato in un grave conflitto armato iniziato nel 1998  che è costato la vita a 200 persone. Nel 2000 è stato firmato l'accordo di pace di Townsville (in Australia, visto che Canberra aveva mediato tra le parti), che in realtà ha portato a una lunga tregua.  Le Isole Salomone si estendono su rotte marittime e di comunicazione critiche per l’Australia, ma sono anche della massima importanza strategica per i vicini della Papua Nuova Guinea e per la nuova nazione emergente dalla sua regione autonoma di Bougainville, che si trova appena a nord del confine con le Isole Salomone, così come le Fiji e la Nuova Zelanda. La Nuova Zelanda ha firmato un "accordo di partenariato" con le Fiji il 29 marzo, a seguito delle rivelazioni dell'esistenza dell'accordo sulla sicurezza Isole Salomone - Cina, e questo fa seguito a un importante aggiornamento della cooperazione in materia di difesa tra le Fiji e l'Australia a metà marzo 2022. Il più vasto scacchiere dell’Indo-Pacifico resta una priorità strategica per gli USA e il viaggio del presidente Biden in Corea del Sud e Giappone, dove ha lanciato la IPEF (Indo-Pacific Economic Framework for Prosperity)[4], un colossale piano di cooperazione economico ma con un chiaro riferimento al contrasto con la Cina e attualmente ne fanno parte l’India e 13 paesi situati nell’Oceano Pacifico: Australia, Brunei, Fiji, India, Indonesia, Giappone, Corea del Sud, Malesia, Nuova Zelanda, Filippine, Singapore, Tailandia, Stati Uniti e Vietnam.

Accanto al lancio di questa iniziativa, dove si trovano elementi che richiamano il Piano Marshall, Biden ha presieduto una riunione del Quad (Quadrilateral Security Dialogue) a cui partecipano gli USA, Australia, Giappone e India e la cui funzione primaria è quella di contenere l’espansione della Cina nella regione dell’Asia-Pacifico mediante la cooperazione interstatale, l’organizzazione di incontri periodici tra le parti e lo svolgimento di esercitazioni militari congiunte.

Un indo-pacifico libero ed aperto e’ l’ambizione che fa da collante  ai partecipanti al QUAD che e’ nato nel 2007 grazie all’iniziativa del Primo Ministro giapponese Shinzo Abe ma che si scontrò subito con l’ostilità’ della Cina. L’Australia, per motivi politici (sia i laburisti che i liberali/nazionalisti) avevano la stessa visione dei rapporti con Pechino e del significato della sua ascesa per l’Asia in generale e l’Australia in particolare) e per motivi economici (nel 2009, la Cina era divenuta il maggiore partner commerciale dell’Australia  ) ridimensionò il proprio impegno e si passò a rapporti diplomatici a livello bilaterale e multilaterale.

Nel 2017 in occasione del summit dell’ASEAN[5] l’amministrazione Trump decise di coinvolgere Australia e Giappone e così gli accordi del QUAD vennero ripresi.

Per quanto riguarda  l’ ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico), la relazione di vicinato tra la Cina e i paesi ASEAN (Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Singapore, Thailandia e Vietnam) continua ad essere più stretta dal punto di vista economico e più complessa da quello politico.

La regione dell’Asia sudorientale che ospita i dieci paesi membri della ASEAN ha progressivamente assunto un’importanza preminente dovuta a numerosi fattori, fra cui la sua posizione di crocevia strategico fra l’Oceano Indiano e quello Pacifico, e il suo peso economico e demografico. L’ASEAN rappresenta la terza economia del continente e la quinta su scala globale e ha un  ruolo, nel Sud-Est asiatico, quale area di incontro e occasionalmente di confronto fra le principali potenze del pianeta, in primis Stati Uniti e Cina.

Nel corso del 2023 il governo cinese si è adoperato per rilanciare la “politica di buon vicinato” nei riguardi dei principali attori regionali. Tali sforzi hanno puntato ad appianare le tensioni emerse nella relazione fra Cina e l’ASEAN durante il biennio di pandemia, che avevano significativamente danneggiato tanto l’immagine di Pechino nell’area quanto il processo di integrazione economica fra i due soggetti con la sospensione di vari progetti infrastrutturali promossi dalla Cina in Asia sudorientale nel quadro della Belt and Road Initiative (Bri). E comunque innegabile che la Cina rappresenti l’interlocutore economico di gran lunga più importante per tutti i governi dell’Asean.

In questo senso e’ importante rilevare il dato relativo alle importazioni di merci cinesi da parte delle economie dell’Asean, lievitate da quota 320 miliardi di dollari annui nel 2018 a 567 miliardi di dollari nel 2022, anche per effetto dell’entrata a regime della Regional Comprehensive Economic Partnership (Rcep)[6]. Con la sottoscrizione di questo accordo, Il 15 Novembre 2020, l’Australia, la Cina, la Corea del Sud, il Giappone, la Nuova Zelanda ed i Paesi membri dell’ASEAN puntano a ridurre le barriere doganali abbassando i dazi in molti settori, favorendo gli investimenti e la cooperazione commerciale tra i Paesi firmatari, incrementare il commercio elettronico e la tutela della proprietà intellettuale.

Nella regione la crescente rivalità tra Cina e USA vede nel Sud-Est asiatico uno dei suoi epicentri preminenti anche in virtù della vicinanza con Taiwan,  il cui status rappresenta il principale nodo del contendere nella tormentata relazione fra Cina e Stati Uniti.

Un altro focolaio di potenziale crisi e’rappresentato dall’elezione a Taiwan di Lai Ching-Te del Partito progressista democratico favorevole all’indipendenza dalla Cina. Il nuovo presidente della Repubblica di Cina (l’altro nome di Taiwan) si insedierà a Taipei il prossimo 20 maggio e ha chiarito subito che auspica il prosieguo del sostegno militare americano, rafforzando la capacità di autodifesa di Taiwan, nel quadro delle tensioni con la Cina e, in termini di sicurezza, gli abitanti di Taiwan vorrebbero dagli USA un  pattugliamento aereo e navale dell’area. 

Il 19 settembre scorso, i paesi dell’ASEAN hanno partecipato alle prime esercitazioni militari congiunte in Indonesia e anche se avevano già preso parte ad esercitazioni di difesa multinazionali, queste sono le prime a coinvolgere solo gli aderenti all’organizzazione (Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Singapore, Thailandia, Vietnam) in attività in cui non vengono simulate azioni di combattimento ma bensì di assistenza umanitaria, di soccorso in caso di calamità, di operazioni di salvataggio e di pattugliamento marittimo congiunto. L’Indonesia ha comunque escluso che le esercitazioni mirino a contrastare la crescente assertività della Cina nel Mar Cinese Meridionale, che Pechino rivendica quasi nella sua interezza. In realtà Giakarta si è già scontrata con la Cina per i diritti di pesca intorno alle Isole Natuna e ha ampliato la sua presenza militare nell’area, rinominando anche le zone settentrionali della sua zona economica esclusiva (Mar Natuna Settentrionale), ribadendone così la rivendicazione. Tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 Giakarta era arrivata quasi allo scontro con Pechino a causa della presenza di navi della Guardia Costiera cinese e dei suoi pescherecci nella zona economica esclusiva indonesiana.

Nonostante l’equilibrio che Giakarta vorrebbe mantenere nel corso dei prossimi anni tra le maggiori potenze,  gli Stati Uniti continuano ad essere un partner strategico per la sicurezza dell’Indonesia, come risulta evidente dalla recente firma di un Memorandum of Understanding con Boeing per l’acquisizione di 24 aerei da combattimento F-15EX (nel febbraio 2022 la US Defense Security Cooperation Agency approvò la vendita all’Indonesia di 36 F-15EX per un contratto comprensivo di armi, equipaggiamenti e ricambi da 13,9 miliardi di dollari), parte di una spinta alla modernizzazione a lungo termine.

Giakarta, oltre agli Stati Uniti ha ottimi rapporti anche con il Giappone, suo terzo partner commerciale. I due paesi intrattengono relazioni bilaterali da oltre 60 anni. Nel 2021 hanno firmato un accordo di cooperazione nel settore della difesa.

Nella regione, i paesi dell’ASEAN hanno avviato un processo di modernizzazione inteso a rafforzare le difese e a sostituire le loro attrezzature. Vi è una maggiore percezione della minaccia e di conseguenza una maggiore spesa per la difesa. Le acquisizioni militari stanno aumentando man mano che la sicurezza marittima diventa centrale. Oltre l’Indonesia gli altri paesi litoranei che hanno dispute con la Cina nel Mar Cinese Meridionale hanno impegnato gran parte del budget per le spese militari per migliorare la loro capacità navale, incluso l’aviazione marittima, i sistemi mobili missilistici anti-nave e la sorveglianza marittima.

Secondo il database SIPRI Military Expenditure 2023, la spesa militare dei paesi dell’ASEAN è passata da 20,3 miliardi di dollari nel 2000 a 43,2 miliardi di dollari nel 2021.

Il concetto di Indo-Pacifico, alla luce delle rinnovate ambizioni internazionali cinesi si sta evolvendo nella forma di alleanze internazionali formalmente istituzionalizzate in campo militare ed economico. Su questo sfondo si strutturano le politiche estere di India e Giappone che hanno promosso e/o aderito a tali iniziative finalizzate a contenere la Cina.

Anche se sembra vi siano indizi che fanno pensare che l’Aukus, l’alleanza militare tra Usa, Regno Unito e Australia, potrebbe in futuro essere allargata a Giappone e Corea del Sud, anche se non nell’immediato a meno di un improvviso aumento delle tensione nell’Indo-Pacifico. il Giappone rimane cauto in merito a questa possibilità pur avendo chiaramente espresso serie preoccupazioni riguardo alla posizione strategica della Cina, che considera come la più grande sfida strategica alla sua sicurezza e all’ordine internazionale esistente. Infatti Tokyo sta consolidando la sua posizione nel Mar Cinese Meridionale approfondendo la sua cooperazione in materia di sicurezza col Vietnam, altro Paese che ha in essere un contenzioso territoriale con la Cina sempre per quello specchio d’acqua, e sta intensificando le esercitazioni congiunte effettuate in quella regione.

L’India per la sua posizione geografica e le dimensioni demografiche e’ un attore chiave nella geopolitica dell’indo-pacifico, occupando una posizione dominante alla testa dell’Oceano Indiano e proiettando la sua influenza fino all’Equatore e trovandosi al crocevia tra il turbolento Medio Oriente e gli attori più influenti del Sud-Est asiatico, mentre condivide un confine controverso con la Cina. 

Le relazioni tra Cina e India sono, per la maggior parte, conflittuali. focolai di tensione sono rappresentati dalle proiezioni marittime di entrambi i Paesi nei rispettivi specchi d’acqua adiacenti, l’Oceano Indiano e il Mar Cinese Meridionale. L’India ha siglato un accordo per la fornitura di armi con il Vietnam nel giugno 2023 e ha continuato ad aumentare la sua presenza nel Sud-est asiatico schierandosi con le Filippine contro la Cina nelle dispute di sovranità nel Mar Cinese Meridionale e rafforzando la cooperazione di difesa con l’Indonesia. Allo stesso tempo, la Cina ha fatto concorrenza agli Stati insulari dell’Oceano Indiano, considerati sotto l’influenza dell’India, come le Maldive e lo Sri Lanka, offrendo investimenti e sostegno finanziario. 

Per quanto riguarda la politica cinese e’ inoltre necessario sottolineare che nell’ottobre del 2022 si è tenuto il 20° Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese che ha visto Xi Jinping nominato Segretario Generale del Partito Comunista per un terzo mandato senza precedenti. Si tratta di una circostanza eccezionale perché il conferimento al Segretario uscente di un mandato anche per il quinquennio 2022-2027 ha alterato di fatto un meccanismo di successione al potere che si era gradualmente istituzionalizzato dopo la morte di Mao Zedong nel 1976. Negli ultimi trent’anni, infatti, si era imposto un meccanismo di ricambio al vertice dopo un ciclo decennale. Come emerge dalla periodizzazione ufficiale della storia della Repubblica popolare cinese, dal 1949, data della Fondazione della Repubblica popolare cinese, a oggi si sono alternati cinque gruppi di dirigenti che hanno esercitato il potere collettivamente e che hanno avuto al centro una figura di riferimento. In considerazione del carattere anagrafico di ogni ciclo, ogni gruppo prende il nome di “generazione” e il ricambio avviene, appunto, in occasione di un Congresso. Questo rinnovo per la terza volta del mandato non solo segna l’accentramento del potere decisionale nelle mani del presidente ma gli garantirebbe anche una piena capacità di indirizzo politico.

Per quanto riguarda l’Europa  quale e’ la sua strategia nell’Indo-Pacifico? Il 19 aprile 2021 il Consiglio dell’Unione Europea (UE) ha approvato le conclusioni su una Strategia dell’UE per la cooperazione nella regione indo-pacifico che prende atto della ritrovata assertività della Cina, proponendosi tra l’altro di intensificare l’impegno nella regione cosiddetta indopacifica, in particolare con i partner che hanno già annunciato i loro approcci per la regione.  L’UE intende rafforzare la presenza politica, economica e militare nella mega-regione indo-pacifica. Il documento strategico per la Cooperazione nella regione indo-pacifica dell’UE è stato approvato il 19 aprile 2021 e reso operativo il 16 settembre: in esso si definisce la macro-area teatro di «un ’intensa concorrenza geopolitica» tra Cina e Stati Uniti, di «crescenti tensioni negli scambi commerciali e di approvvigionamento» e «messa in discussione dell’universalità dei diritti umani».

Uno dei principali teatri di ritrovato interesse per l’UE è il Mar Cinese Meridionale che rappresenta una porzione del Pacifico costituita perlopiù da acque internazionali ma teatro di dispute territoriali e marittime tra gli stati rivieraschi e dell’accesa rivalità strategica tra Stati Uniti e Cina e tra Cina e Giappone.

 

 

7 febbraio 2024

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



[1] Uno dei punti di passaggio cruciale del commercio internazionale. Un chokepoint, come lo chiamano al Dipartimento di Stato americano. Si tratta infatti della rotta marittima più breve tra il Medio Oriente e l’Asia Orientale

[2] è un stretto tra le isole indonesiane Giava e Sumatra e  forma una connessione tra il Mare di Giava e il Oceano Indiano.

[3]  braccio di mare che collega il mar di Bali con l'Oceano Indiano, situato fra le isole di Bali e Lombok, in Indonesia.

[4] Si tratta di un’iniziativa guidata dagli Stati Uniti che mira a rafforzare la partnership economica tra i paesi partecipanti per migliorare la resilienza, la sostenibilità, l’inclusività, la crescita economica, l’equità e la competitività nella regione dell’Indo-Pacifico. L'IPEF non è un accordo di libero scambio (ALS) , ma consente ai membri di negoziare le parti che desiderano.

 

[5] Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico (Association of Southeast Asian Nations, ASEAN) è la principale organiz­zazione multilaterale attiva nel Sud-Est asiatico. Ne fanno parte tutti i Paesi della regione, con la sola eccezione di Timor-Leste. Dalla sua fondazione nel 1967, l’ASEAN si è affermata come formato centrale per la cooperazione regionale in vari ambiti politici, tra cui l’integrazione economica, la promo­zione della pace e della stabilità, la riduzione del divario di benessere tra gli Stati membri e lo sviluppo sostenibile.

[6] E’ considerate il piu’ grande accordo commerciale del mondo perché i suoi membri rappresentano un terzo del pil mondiale