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Metodo di ricerca ed analisi adottato

Il medoto di ricerca ed analisi adottato è riportato su
www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com
Vds. post in data 30 dicembre 2009 seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al medesimo blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

Ricerche e Tesi di Laurea e di Dottorato

L'utilizzo dei dati di questo blog può essere più proficuo tenendo presente il volume di M. Coltrinari, L. Coltrinari, La Ricostruzione e lo studio di un avvenimento militare, Roma, edizione nuovacultura, 2009, nelle parti:
Capitolo II, b. La tecnica procedurale
Capitolo IV, a. La documetazione a Corredo
Alegato. Schema per una tesi di Laurea o di dottorato
a. L'attività concettuale
b. L'attività gestionale
c. L'attività esecutiva
(ulteriori informazioni scrivere alla email ricerca23@libero.it, )
Il volume è disponibile in tutte lelibrerie e presso la Casa Editrice, Nuova Cultura, al sito www.nuovacultura.it

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venerdì 30 maggio 2025

Tesi di Laurea Elda Franchi Terrorismo I campi di concentramento in Cina. Il decentramento amministrativo e la riforma economica cinese

 Master in

 “TERRORISMO E ANTITERRORISMO INTERNAZIONALE”

Terrorismo. i campi di concentramento in Cina                      

ANNO ACCADEMICO 2023/2024

( dalla presente tesi si estrae il paragrafo 

"Il decentramento amministrativo e la riforma economica cinese)"



Il decentramento amministrativo e la riforma economica cinese

La Cina è sempre stata caratterizzata da forti sviluppi economici, tali da destare un forte interesse dalle potenze economiche mondiali. Per lungo tempo, la sua economia è stata prevalentemente di tipo agricolo, fondata su coloro che detenevano terre e le lavoravano; la politica economica cinese conosciuta come “riforma e apertura” del 1978, faceva parte del piano di Deng Xiaoping di decentralizzazione economica lungo le aree costali cinesi. Tuttavia, il PIL delle regioni costiere registrò una crescita di circa il 13% dal 1978 al 1996, mentre il PIL delle regioni interne aumentò soltanto del 7%. Secondo Deng Xiaoping, la crescita economica delle zone costiere avrebbe fatto conseguentemente sviluppare anche le zone interne, ma così non fu, e la disparità economica trovò conferma anche nella disparità salariale e della propensione al consumo tra le due zone.

Dopo la nascita della Repubblica con Mao Zedong, la Cina ha variato molto il suo status economico, in quanto egli creò un vero e proprio stato totalitario dove ogni tipo di cambiamento dovesse passare sotto le mani del potere, strettamente di tipo socialista, che rappresentava l’unico fondamento della Repubblica: ogni iniziativa economica privata venne fortemente limitata o addirittura abolita, e i proprietari terrieri dividevano la propria terra con lo Stato.

La seconda fase della riforma si stabilisce tra la fine degli anni ‘80 e gli inizi degli anni ’90, e ha coinvolto il mercato dei capitali, in particolare la Borsa di Shanghai (1990) e la Borsa di Shenzhen (1990).

Le fasi di sviluppo della Cina sono sempre state caratterizzate da varie riforma economiche basate sul sistema amministrativo, dapprima come oggetto principale tramite l’attuazione di alcuni regolamenti politici col fine di migliorare lo standard economico del paese, e successivamente, soltanto dalla metà degli anni ’80, lo sviluppo ha iniziato a concentrarsi su un’economia di mercato.

L’obiettivo imposto nel 1958 può considerarsi quello di un decentramento amministrativo, avente come intento quello di rafforzare il potere delle amministrazioni locali. Il decentramento proposto si sviluppò su determinati punti:

·         un sistema di pianificazione: piena libertà dell’amministrazione di regolare l’attività economica produttiva del suo settore territoriale.

·         l’amministrazione delle imprese: la gestione delle imprese venne messa in mano alle autorità locali (tranne per quelle la cui gestione era definita dalle autorità centrali).

·         l’allocazione dei beni di produzione: le richieste delle imprese per i beni andavano direttamente dalle autorità provinciali di competenza e non all’autorità centrale.

·         l’amministrazione locale aveva il diritto di decidere se utilizzare o meno i fondi stanziati dal governo centrale per i progetti che riguardavano la regione.

Nonostante questi punti ben delineati, il decentramento amministrativo non si rivelò una riforma del tutto efficiente: nel contesto delle Rivoluzioni Popolari degli anni ’50, a causa dell’acutizzarsi delle idee comuniste, le autorità locali iniziarono a sfruttare la situazione e a sviluppare dei progetti locali che richiedevano investimenti abbastanza elevati.

Nel 1970 avvenne una riforma simile a quella del 1958, ma non venne accettata per motivi ideologici e politici. Per questo motivo, il decentramento amministrativo potè essere l’unica possibilità di riforma, e doveva essere volto anche alla realizzazione di obiettivi militari che hanno dato vita ad un’economia non molto positiva, tanto che dopo questa riforma il governo è stato nuovamente costretto a riprendere i poteri amministrativi decentrati.

E’ necessario evidenziare che la riforma del decentramento non ha funzionato perché questa prevede una contraddizione del sistema di un’economia pianificata, la quale ha bisogno che le risorse siano collocate a livello centrale.

Nel 1978, lo sviluppo economico cinese ha avuto una nuova opportunità nella cosiddetta Riforma Incrementale, che prevedeva l’incremento del settore delle imprese. Per la proprietà contadina, si sviluppò un sistema di responsabilità familiare, dove i contadini che lavoravano la terra consegnavano i prodotti raccolti allo Stato e questo li redistribuiva ai contadini come beni e salari attraverso una specie di punteggio accumulato durante l’anno di lavoro. Questo nuovo sistema portò ad un aumento della produzione, venne utilizzato nel 1980 nelle campagne e dimostrò che questa riforma in campo agricolo portasse dei risultati positivi: da questo momento lo Stato favorì la crescita delle imprese private, una serie di politiche si importazione ed esportazione con l’estero, e l’individuazione di altre zone adatte dove introdurre questa nuova riforma. Si raggiunse un sistema di economia di mercato.

Durante gli ultimi anni del 1990 e i primi del 2000, lo sviluppo economico della Cina è stato interessato da due avvenimenti importanti, ossia la rapida crescita delle imprese private e la ristrutturazione delle imprese statali (State-Owned Enterprises, SOEs). In questi anni emersi quindi un nuovo regime di crescita basato sempre più sugli investimenti a discapito dei consumi, i quali, infatti, scenderanno dal 51% del Più nel 1992 al 36% nel 2006.

Il Governo di Jiang Zeming e Zhu Rongji introdusse, negli anni ’90, una “terapia shock” di ristrutturazione del programma per la chiusura e la fusione di migliaia di SOEs considerate inefficienti, e arrivò a licenziare più di 30 milioni di lavoratori. E mentre le SOEs diminuirono l’assunzione di operai, nel settore privato queste aumentarono progressivamente. La trasformazione del sistema economico socialista, nel 1998, aprì la strada ala privatizzazione dell’edilizia abitativa urbana e le proprietà dello Stato iniziarono ad essere trasferite ai nuclei familiari, infatti milioni di famiglie diventarono proprietarie di case: si è originato così un boom nel settore immobiliare. 

La crescita del settore privato nei primi anni del 2000 fu anche aiutata dalla mancanza dell’applicazione della legge in Cina, infatti il sistema illegale unito al numero dei disoccupati portò ad un aumento del potere economico dei capitali. Nonostante la crescita del settore privato, la seconda parte di questi anni furono caratterizzati da un mancato cambiamento demografico, infatti il numero di giovani come forza lavoro iniziò a stabilizzarsi e poi diminuire, e una grande parte della colpa è della Politica del Figlio Unico in vigore in quegli anni.

In sintesi, nell’arco di quest’ultimo ventennio analizzato, si può dire che in Cina, all’interno di un’economia pianificata, si sono gradualmente inseriti degli elementi capitalistici, inizialmente utilizzando le società straniere e le Joint Ventures, successivamente dando la possibilità alla popolazione di fare impresa, creando così i presupposti per la trasformazione del sisma economico consolidato negli anni successivi ed esploso definitivamente nei primi anni 2000.

 


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