Traduzione

Il presente blog è scritto in Italiano, lingua base. Chi desiderasse tradurre in un altra lingua, può avvalersi della opportunità della funzione di "Traduzione", che è riporta nella pagina in fondo al presente blog.

This blog is written in Italian, a language base. Those who wish to translate into another language, may use the opportunity of the function of "Translation", which is reported in the pages.

Metodo di ricerca ed analisi adottato

Il medoto di ricerca ed analisi adottato è riportato su
www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com
Vds. post in data 30 dicembre 2009 seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al medesimo blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

Ricerche e Tesi di Laurea e di Dottorato

L'utilizzo dei dati di questo blog può essere più proficuo tenendo presente il volume di M. Coltrinari, L. Coltrinari, La Ricostruzione e lo studio di un avvenimento militare, Roma, edizione nuovacultura, 2009, nelle parti:
Capitolo II, b. La tecnica procedurale
Capitolo IV, a. La documetazione a Corredo
Alegato. Schema per una tesi di Laurea o di dottorato
a. L'attività concettuale
b. L'attività gestionale
c. L'attività esecutiva
(ulteriori informazioni scrivere alla email ricerca23@libero.it, )
Il volume è disponibile in tutte lelibrerie e presso la Casa Editrice, Nuova Cultura, al sito www.nuovacultura.it

Cerca nel blog

venerdì 31 gennaio 2025

Tesi di Laurea Elda Franchi Terrorismo. I campi di concentramento in Cina. Mao Zedong e la rivoluzione cinese

 Master in

 “TERRORISMO E ANTITERRORISMO INTERNAZIONALE”

Terrorismo. i campi di concentramento in Cina                         

ANNO ACCADEMICO 2023/2024

( ei estrae dalla predetta tesi il paragrafo "Mao Ze Dong e la rivoluzione cinese)

Mao Zedong e la rivoluzione cinese

Dal dicembre del 1930 iniziò la guerra civile in Cina, attraverso le cinque campagne di repressione comunista ordinata da Chiang Kai-Shek e, nel frattempo, il Partito Comunista Cinese nel novembre del 1931 istituì la Repubblica Sovietica Cinese nello Jiangxi, avente come primo ministro Mao Zedong. Queste campagne di repressione comunista terminarono nel 1933 con la sconfitta della parte comunista, e dall’ottobre del 1934 fino all’anno successivo prese vita la leggendaria Lunga Marcia dei Diecimila: questo ispirerà molti giovani cinesi ad unirsi al PCC tra la fine degli anni ’30 e l’inizio degli anni ’40.

Tra il 1900 e il 1949 si succedettero diversi governi, ma nessuno di questi fu in grado di riunificare tutta la Cina e soltanto con la vittoria di Mao Zedong, o come nella vecchia trascrizione, Mao Tse-Tung (1893 – 1976), lo Stato fu di nuovo condotto da un unico potere centrale: egli è stato uno dei principali artefici e promotori della rivoluzione cinese, elaborò dei piani strategici per il controllo politico della Cina tramite il controllo della numerosa classe contadina.

Con la presa al potere di Mao Zedong nacque l’attuale Repubblica Popolare Cinese ed iniziò un ulteriore periodo di evoluzione culturale, economica e sociale, che ridusse qualsiasi tipo di libertà e fece vivere la popolazione nel terrore, portando la Cina in un periodo di miseria, povertà e morte.

Già dal suo intervento del 1949, il suo obiettivo primario era quello di affermare il Partito Comunista Cinese come unico partito al vertice, mentre il suo obiettivo secondario era quello di organizzare la Cina secondo il modello socialista.
Basandosi su una sua esperienza durante un viaggio a Mosca nel 1949, Mao abbracciò il modello sovietico del “piano quinquennale” per lo sviluppo economico.

Le radici ideologiche della Rivoluzione culturale si iniziarono ad instaurare già prima il 1966, infatti lo scoppio è il risultato della preoccupazione che Mao aveva per gli sviluppi che stavano avvenendo nell’Unione Sovietica dopo Stalin, e convinse Mao che la Rivoluzione Russa si era smarrita a causa della dottrina di Nikita Kruscev che si basava sulla coesistenza pacifica con l’Occidente e sulla transizione pacifica al socialismo. Al contempo, il pericolo di una restaurazione capitalista in Cina e la dirigenza del frammentato partito portarono Mao a combattere e prevenire il dilagante revisionismo.

Il primo piano quinquennale, la cui attuazione ebbe inizio tra il 1952 al 1953 e prevedeva una durata fino al 1957, vide la trasformazione della società cinese in una società socialista, con l’instaurazione di una vera e propria economia socialista, centrata sullo sviluppo industriale del paese: Mosca concesse un piccolo prestito di 300 milioni di dollari e i servizi di diverse migliaia di ingegneri, scienziati, tecnici e pianificatori sovietici, venne dato il via alle riforme agrarie e alla campagna di collettivizzazione delle terre, furono intensificate le misure fiscali contro la proprietà privata, e le imprese statali miste finirono per inglobare e assorbire quelle private, fu inoltre dedicata particolare attenzione alla preparazione del personale, creando degli operai specializzati. Nel complesso, i maggiori aumenti della produzione si sono verificati nei settori dell’acciaio, del carbone e dei prodotti petrolchimici.

L’obiettivo di Mao era quello di espandere l’economia e mantenere lo sviluppo, ma vennero applicati in maniera troppo rigida i principi comunisti, vennero colpiti i proprietari terrieri che affittavano le terre o le coltivavano attraverso i salariati, mentre tutti i contadini che coltivavano direttamente le terre ne rimasero proprietari. La vita per i cinesi urbani era strettamente regolata in regime di unità di lavoro che prendevano il nome di danwei. Il danwei forniva la struttura di base per il lavoro e controllava molti aspetti della vita quotidiana, compresi l’alloggio, l’istruzione e i servizi sociali. Le persone dovevano persino consultare il proprio danwei in materia di matrimonio, figli o spostamenti.

Contemporaneamente, fu avviata una riforma del sistema statale e burocratico e Mao fece riconoscere la parità dei diritti delle donne, e quindi equi diritti a tutti i cittadini cinesi.
Gli obiettivi sociali che erano stati fissati, sono stati raggiunti nel 1956, mentre i risultati economici superarono nel 1957 le previsioni.

Questo primo piano quinquennale, dunque, gettò le basi dell’industrializzazione del paese, ma in quanto il settore agricolo portò un insuccesso, le autorità statali vollero rivedere la situazione economica e approntarono un secondo piano quinquennale.

Il secondo piano quinquennale fu approvato il 27 settembre 1956 e prevedeva di essere messo in atto nel periodo dal 1958 al 1962: questo piano doveva portare ad un ulteriore incremento della produzione agricola ed industriale, ed era stato previsto che il reddito nazionale sarebbe dovuto aumentare del 50% e che il 60% delle entrate statali sarebbero dovute essere rivolte agli investimenti produttivi. Il processo di collettivizzazione agricola iniziò a svilupparsi e ad accelerare nel 1956, furono introdotti obiettivi di produzione elevati, e il governo si rese proprietario di tutte le terre e le attrezzature che aveva precedentemente redistribuito e, per questo motivo, decine di migliaia di persone lasciarono le campagne per dirigersi verso le città ritenute più confortevoli.

Nel dicembre del 1957, Deng Xiaoping introdusse per la prima volta il concetto di “politica delle porte aperte” e venne lanciata la campagna del “Grande Balzo in avanti” avente lo scopo di accelerare ulteriormente il processo di raggiungimento degli obiettivi, e trasformare l’intera economia del paese: il sistema agricolo comunale fu gradualmente smantellato e i contadini iniziarono ad avere più libertà, potevano quindi gestire i loro prodotti a livello di coltivazione e vendite. Successivamente, venne applicato lo stesso approccio anche alle industrie.

Per due anni, il 1958 e il 1959, venivano fatti girare nella popolazione degli slogan motivazionali e frasi del tipo: “Qualche anno di sforzi a di lavoro per diecimila anni di felicità", oppure "Avanzare con entrambe le gambe", per incoraggiare i lavoratori a produrre sempre di più e in maniera sempre più efficace.

Il Grande Balzo portò però ad un disastro nella produzione: nel 1959 la Cina fu colpita da una forte carestia, determinando disagi alimentari, fame e malattie tra il popolo, portò inoltre i contadini ad allontanarsi dalle campagne e, di conseguenza, gli abitanti e gli studenti delle grandi città iniziarono ad essere mandati nei campi a lavorare.

Nell’agosto del 1958 furono apportati dei cambiamenti all’agricoltura, e le cooperative agricole vennero fuse in oltre 26 mila “Comuni popolari”, all’interno del quale erano comprese all’incirca 5 mila famiglie: 26.000 di queste unità furono incaricate di sostituire 730.000 cooperative che lo Stato riteneva inefficaci e non all’altezza. Queste unità presero il nome di “Squadre di produzione”.

Questa pianificazione economica inventata dallo Stato si rivelò ben presto una delusione, in quanto disorganizzato e instabile, e iniziò sia a limare la leadership di Mao all’interno del partito, che ad instaurare un allontanamento dall’URSS.

Alla fine degli anni Cinquanta, il popolo cinese fu decimato da una catastrofica carestia, d’altronde questo periodo rivoluzionario tra il 1959 e il 1961 ha inoltre coinciso con vari eventi climatici, calamità naturali (siccità, inondazioni, caldo intenso, tifoni, malattie e infestazioni di insetti ecc.), cambiamenti demografici, conflitti militari e con il ritiro dei tecnico sovietici concesso precedentemente dall’URSS; la popolazione iniziò quindi ad interrogarsi sui metodi di lavoro che gli venivano imposti e, di conseguenza, la produzione calò drasticamente. Non molto dopo, arrivò l’ordine del governo di frenare i ritmi di lavoro, e vennero concessi dei diritti alla popolazione per spronare e dare stimoli.

La Grande Carestia Cinese fu tra le più mortali, cominciò alla fine del 1958 e durò fino alla fine del 1961, il bilancio delle vittime è stato oscurato dal governo cinese ed è stata data la colpa ad una serie di disastri naturali, ma si pensa che morirono all’incirca 30 milioni di persone.

Venne consolidato il fallimento di questo metodo e Mao stesso, nel 1958, cedette la Presidenza della Repubblica a Liu Shaoqi.
Nel 1960 la Cina si distaccò definitivamente dalla Russia, rimanendo parzialmente isolata sulla scena internazionale.


Nessun commento:

Posta un commento