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Metodo di ricerca ed analisi adottato

Il medoto di ricerca ed analisi adottato è riportato su
www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com
Vds. post in data 30 dicembre 2009 seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al medesimo blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

Ricerche e Tesi di Laurea e di Dottorato

L'utilizzo dei dati di questo blog può essere più proficuo tenendo presente il volume di M. Coltrinari, L. Coltrinari, La Ricostruzione e lo studio di un avvenimento militare, Roma, edizione nuovacultura, 2009, nelle parti:
Capitolo II, b. La tecnica procedurale
Capitolo IV, a. La documetazione a Corredo
Alegato. Schema per una tesi di Laurea o di dottorato
a. L'attività concettuale
b. L'attività gestionale
c. L'attività esecutiva
(ulteriori informazioni scrivere alla email ricerca23@libero.it, )
Il volume è disponibile in tutte lelibrerie e presso la Casa Editrice, Nuova Cultura, al sito www.nuovacultura.it

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giovedì 20 febbraio 2025

Tesi di Laurea Elda Franchi Terrorismo I Campi di concentramento in Cina. La Rivoluzione Culturale

 Master in

 “TERRORISMO E ANTITERRORISMO INTERNAZIONALE”

Terrorismo. i campi di concentramento in Cina                     

ANNO ACCADEMICO 2023/2024


La rivoluzione culturale

La rivoluzione culturale invocata da Mao Tse Tung del 1966, trova la sua giustificazione nel dissidio tra URSS e Cina e si instaurò alla base dei cambiamenti che avvennero in Cina tra il 1966-68: il fallimento del Grande Balzo aveva generato delle discrepanze all’interno del partito che fecero capo con Liu Shaoqi alla guida della Nazione. La data di svolta è il 1 giugno 1966, quando egli spinse le nuove generazioni a ribellarsi contro “i quattro vecchiumi” del partito accusati di aver intrapreso la via capitalistica, cioè a ribellarsi contro le vecchie idee, culture, abitudini e comportamenti. Questa mobilitazione portò ad una rivoluzione culturale, il cui obiettivo era quello di trasformare le struttura sociale cinese e perseguire i nemici politici dello Stato attraverso il sostegno del Movimento delle Guardie Rosse. Il Movimento delle Guardie Rosse fu fondato nel 1966 nelle scuole e nelle università di Pechino e fu ben presto espanso nel resto della Cina. Questa rivoluzione coinvolse milioni di giovani estremisti che volevano eliminare il Partito e tutti i residui ideologici che non fossero in linea con le idee di Mao.

I loro primi interventi mirarono a saccheggiare le case delle famiglie benestanti, rovinando tutto ciò che trovavano per la strada, e successivamente iniziano anche a distruggere i beni culturali parte del patrimonio cinese, attaccavano chiunque gli si ponesse contro.

Alla fine del 1966, le Guardie Rosse avevano le redini dello Stato e stavano perseguitando tutti coloro che prima del 1949 erano stati proprietari terrieri o membri del Partito Nazionalista Cinese.
A livello economico ci furono grandi conseguenze, in particolare per l’agricoltura e l’industria. Fallì inoltre il sistema educativo, in quanto la rivoluzione portò ad uno sconvolgimento a livello scolastico, infatti scuole e istituti furono scombussolate, le lezioni regolari, dopo l’arrivo dell’esercito nel 1969, furono sospese e gli insegnanti furono oggetto di critiche. Al termine della scuola secondaria, in media, un cinese conosceva intorno ai 2000 caratteri rispetto ai 3000 di coloro che frequentavano le scuole nel periodo precedente alla rivoluzione.

Inoltre, alla fine del programma di rieducazione ben 18 milioni di cinesi erano stati trasferiti nelle campagne per lavorare i campi.

Alla morte di Mao Tse-Tung il 9 settembre 1976, seguirono due anni di instabilità politica e di lotte interne al Partito Comunista Cinese che sfociarono nella vittoria riformista e portarono al potere Deng XiaoPing; egli fece approvare “La politica di riforme e Apertura economica” e decise di avviare alcuni cambiamenti che portarono la Cina ad aprirsi al mercato estero e di integrarsi nell’economia internazionale, decise di riorganizzare l’agricoltura per l’ennesima volta, oltre alla pianificazione industriale, l’organizzazione militare e cercò inoltre di aprirsi verso la libertà d’impresa. Da un lato voleva richiamare gli investimenti esteri diretti per favorire la nascita di nuove imprese private e di joint venture; dall’altra voleva accumulare valuta tramite l’export per permettere alle imprese statali di acquistare tecnologie straniere.

Quest’apertura dell’economia cinese verso l’estero e la possibilità di scambi con l’occidente furono ovviamente regolamentate dal partito comunista, che mantenne comunque rigido il controllo della Nazione, limitò le libertà, ma riuscirono comunque ad accedere a grandi vantaggi provenienti dall’estero, tra cui tra cui l’accesso a nuove tecnologie, idee e culture nuove.

A tale scopo, tra il 1979 e il 1980, il governo cinese ha approvato la creazione di 4 zone economiche speciali a Shenzhen, Zhuhai, Shantou e Xiamen ed ebbero davvero un grande successo, a tal punto che le autorità cinesi si sentirono di espandere ulteriormente il processo di apertura verso l’estero e fondano o altre 14 zone economiche speciali.

Gli scontri con i movimenti d’opposizione, in particolare quelli studenteschi, rimasero, e il governo cinese sentì la necessità di contrastare brutalmente tali movimenti fino al 1989, quando le proteste iniziarono ad infuocarsi ancora di più e le critiche si inasprirono ulteriormente: la “protesta di piazza Tienanmen” fu l’apice di questi scontri, ebbe luogo in Piazza Tienanmen a Pechino dal 15 aprile al 4 giugno 1989, culminato in un massacro.